sabato 19 marzo 2011

Libere Idee lancia il Censimento dei progetti mai realizzati a Latina

L’associazione Libere Idee lancia il Censimento dei progetti mai realizzati a Latina.
«Abbiamo deciso – esordisce il presidente di Libere Idee, Andrea Giansanti – di lanciare sul nostro sito internet www.libereidee.it il Censimento dei progetti mai realizzati: tutti coloro che vorranno indicare qualche opera faraonica, inerente il territorio della città di Latina, prima fantasticata e poi caduta nel dimenticatoio potrà farlo. A margine del Censimento, si terrà un sondaggio in cui gli internauti potranno scegliere tra le principali segnalazioni e stilare una ideale classifica». 
Già sono pervenute le prime indicazioni.
«Tra aderenti e sostenitori di Libere Idee – prosegue Giansanti – abbiamo raccolto alcuni grandi “classici” come le Terme, il Parco Tematico, il parcheggio sotterraneo sotto piazza del Popolo, la riqualificazione della Marina, l’Aeroporto, il Porto. C’è anche la riconversione della Centrale nucleare in impianto per l’energia solare, un’occasione mancata che abbiamo ricordato proprio pochi giorni fa, ma anche un’idea lanciata dall’ex sindaco Zaccheo ma dimenticata da molti: la fruibilità del laghetto artificiale, ricavato da una vecchia cava e scoperto nella zona di borgo Isonzo nel corso di alcune rilevazioni dei Carabinieri per sventare una speculazione edilizia. Zaccheo disse che entro un anno lo specchio d’acqua sarebbe stato attrezzato con ombrelloni e punti ristoro, così anche Latina avrebbe avuto il suo lago. Dimenticando, peraltro, il lago di Fogliano che sta a due passi».
Ma le proposte da ricordare non finiscono certo qui.
«Abbiamo inserito nelle scelte anche la metropolitana leggera – aggiunge il presidente di Libere Idee – visto che i lavori per la sua realizzazione avrebbero dovuto partire ben quattro anni fa, secondo quanto garantito dall’ex sindaco in occasione della presentazione del vagone del tram a dicembre 2006. Non si tratta di distinguere quali dei progetti sono condivisi e quali no: ad esempio, noi di Libere Idee siamo contrari a questo tram falsamente chiamato metro leggera, inutile e costosissimo, mentre sosterremmo con convinzione una vera metropolitana poiché siamo fermamente convinti della necessità di un miglioramento del trasporto pubblico a Latina».
L’associazione evidenzia gli obiettivi che intende perseguire.
«L’intento di questa iniziativa – sottolinea Giansanti -  è quello di risvegliare la memoria dei latinensi, per evitare di assuefarci alla logica secondo cui dimentichiamo tutto troppo facilmente. Le promesse di chi ha la responsabilità di gestire la cosa pubblica vanno tenute a mente, approfondite, discusse e criticate se necessario. Dobbiamo dire basta alla consuetudine che ha fatto diventare normale dare per realizzati progetti che non sono nemmeno sulla carta, di cui si parla per giorni sulla stampa prima che una nuova notizia li soppianti, e cadano nel dimenticatoio senza che nessuno si chieda che fine hanno fatto. Il Censimento dei progetti mai realizzati vuole contribuire a fornire a Latina una nuova coscienza civile, tra gli intenti fondanti di Libere Idee, per far sì che la prossima amministrazione comunale sia chiamata a rispondere dei propri programmi».

domenica 13 marzo 2011

Le vicende in Giappone impongono una riflessione sul nucleare

L’associazione Libere Idee interviene sul tema del nucleare e delle energie rinnovabili.
«Sono passati esattamente dieci anni – esordisce Andrea Giansanti, presidente di Libere Idee - da quando venne presentato il progetto di riconversione del sito della Centrale nucleare di Borgo Sabotino in impianto ad energia solare, con “specchi” capaci di produrre circa metà dell’intero fabbisogno di Latina. L’intento del professor Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica e ideatore del progetto, era quello di dimostrare che negli spazi occupati dal nucleare si poteva produrre la stessa quantità di energia, stavolta ricavata dal sole. Il tutto con annesso un centro di ricerca internazionale: un progetto entusiasticamente illustrato dall’amministrazione comunale di allora, che asseriva di voler fare di Latina un punto di riferimento nel mondo per gli scienziati del settore».
Un’idea solida anche sotto il profilo economico.
«Il progetto – prosegue Giansanti - era completamente finanziato, parte dallo Stato e dalla Regione e parte da un consorzio di privati a cui aveva aderito anche l’Eni. L'obiettivo era quello di ottenere energia pulita ad un costo di circa 50 centesimi di euro per kilowattora, meno della metà del nucleare, senza contare gli ulteriori incentivi del Conto Energia. Inoltre il solare termodinamico era un progetto italiano, a differenza del nucleare».
Poi le cose non andarono come previsto.
«Tre anni dopo la presentazione – sottolinea il presidente di Libere Idee – l’11 ottobre 2004, il sindaco Vincenzo Zaccheo bocciò l’iniziativa dicendo che avrebbe creato inquinamento luminoso. Nel novembre successivo Rubbia fu costretto ad abbandonare definitivamente il progetto di Borgo Sabotino, lamentando troppa burocrazia e bastoni tra le ruote, e si concentrò sull’impianto solare “gemello” di Priolo, in Sicilia, che è stato regolarmente completato e inaugurato nello scorso luglio. Latina non solo ha perso una gigantesca opportunità sotto il profilo energetico, occupazionale, e di riconversione del sito di Borgo Sabotino, ma oggi si ritrova col rischio di ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari. Nel Lazio ci sono già venti dei 90 siti provvisori di scorie situati nel nostro Paese, e di quei 20 regionali, 10 sono situati a Borgo Sabotino. Qui è stata stimata la presenza di ben 2.500 tonnellate di grafite contaminata, oltre a 20 metri cubi di altro materiale radioattivo».
Latina ha perso un treno e potrebbe subirne le conseguenze.
«Oltre al deposito di scorie – conclude Giansanti – anche la paventata ipotesi della costruzione di una nuova Centrale nucleare a Latina rappresenta l’ennesima servitù per il nostro territorio, senza contare che per realizzare gli attuali reattori di terza generazione, già di vecchia concezione poiché è allo studio la quarta, servono cinquanta mesi: tra autorizzazioni e collaudi, per l’entrata in funzione ci vogliono tra i dieci e i dodici anni. Negli Stati Uniti, negli ultimi anni si è investito nel solare e soprattutto nell’eolico che ha raggiunto il trenta per cento della potenza installata. Inoltre entro il 2017 diventerà obbligatorio che il 50 per cento dell’energia utilizzata nelle case italiane sia di produzione rinnovabile. E’ chiaro che anche la “classe energetica” delle abitazioni diventerà un fattore di valutazione degli immobili, che quindi vanno nella direzione di essere autosufficienti. Pertanto il “no” al nucleare si basa su dati incontrovertibili, che devono spingere verso una nuova stagione di investimenti sulle energie rinnovabili da parte del Comune di Latina».

giovedì 3 marzo 2011

Federalismo, l'intervento di Libere Idee su Latinapress

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Dal federalismo un salasso per i latinensi e una patrimoniale nascosta

L’Associazione Libere Idee interviene sul decreto che introduce il federalismo municipale.
«Se per tutto il centrosud – esordisce il presidente di Libere Idee, Andrea Giansanti – il federalismo sarà penalizzante da subito, per i latinensi si rivelerà un vero salasso. I minori trasferimenti al Comune di Latina ammonteranno ad oltre 5 milioni e mezzo di euro l’anno a partire dal 2011, e già solo questo rappresenterà un macigno per le casse comunali lasciate boccheggianti dall’amministrazione Zaccheo. Inoltre, è stata approvata anche la norma che prevede, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, che con decreto del presidente del Consiglio venga disciplinata la possibilità di aumentare l’addizionale Irpef anche nei Comuni che già l’hanno istituita. Questo decreto potrebbe riservare sorprese negative pure per i cittadini dei Comuni che, come Latina, hanno già l’addizionale Irpef al massimo attualmente previsto, poiché da qualche parte dovranno essere recuperati i milioni di euro che mancheranno all’appello del bilancio».
Non solo la riduzione dei trasferimenti e l’aumento delle addizionali preoccupano i cittadini di Latina e le imprese del territorio.
«Nel decreto sul federalismo – prosegue Giansanti – è nascosta, e nemmeno tanto bene, una vera e propria patrimoniale su seconde case e immobili commerciali: il Governo di destra applica quella patrimoniale di cui tenta di accusare altri. Una patrimoniale che, in questo caso, colpirà indistintamente nord, centro e sud. Nel 2014, infatti, sarà istituita l’Imu, l’imposta municipale che sostituirà l’Ici sulle seconde case. L’Imu avrà un’aliquota base iniziale del 7,6 per mille, che potrà essere aumentata del 3 per mille. Insomma, gli immobili non prima casa saranno tassati in prospettiva dell’1,06 per cento l’anno: praticamente è come se ogni proprietario nel corso della sua vita dovesse pagare esattamente due volte il prezzo d’acquisto, una al momento della compravendita e l’altra tramite le imposte. Una mazzata specie per chi vive in una città giovane come Latina. Molti latinensi, infatti, hanno ricevuto in eredità la casa di famiglia o l’abitazione dei nonni provenienti da altre località: con una tassazione così gravosa dovranno rinunciare ai propri ricordi e ai legami con i territori di origine, e saranno costretti a vendere l’immobile per non dover pagare imposte esorbitanti. Imposte che potrebbero ampiamente superare i mille euro annui a famiglia, e parliamo di piccole abitazioni non di pregio».
Anche le imprese e le attività commerciali saranno penalizzate.
«Poiché l’Imu si applicherà anche a negozi, uffici, stabilimenti – sottolinea il presidente di Libere Idee – le attività commerciali e industriali, già in forte sofferenza a causa della crisi, rischiano di ricevere il colpo di grazia. Una tassa che graverà per diverse migliaia di euro, e poiché secondo gli studi più recenti nel 2014 l’economia potrebbe non essere ancora ripartita, l’Imu mette a repentaglio la ripresa specie nel nostro territorio, in cui le aziende stanno chiudendo una dopo l’altra: fanno rumore i grandi siti produttivi, ma basta fare un giro a Latina per verificare quanti piccoli esercizi, anche storici, hanno dovuto chiudere i battenti. Anziché introdurre nuove tasse e aumentare quelle esistenti, come ha fatto l’attuale maggioranza di governo, è necessario invece pensare a strumenti che permettano il rilancio dell’economia: un ruolo di cui, a questo punto, dovranno farsi carico, con quel senso di responsabilità mancato al governo nazionale, coloro che amministrano le città. A cominciare – conclude Giansanti - da chi guiderà il Comune di Latina».

martedì 1 marzo 2011

Sciopero della sosta, la notizia sui siti d'informazione locale

La notizia riportata su Latinanotizie

La notizia riportata su Latinapress

L'intervento del presidente di Libere Idee sulle strisce blu a Latina

Sullo scandalo dei parcheggi a pagamento a Latina, che ha suscitato l’attenzione dei media nazionali, interviene il presidente dell’Associazione Libere Idee, Andrea Giansanti.
«Si tratta – ricorda Giansanti – dell’ennesima eredità lasciataci dalla fallimentare giunta Zaccheo, che grava sulle tasche dei cittadini. Quando, il 1° dicembre 2009, le strisce blu invasero tutta l’area entro la circonvallazione di Latina lanciammo la proposta dello Sciopero della sosta, ovvero l’astensione dall’usufruire dei parcheggi a pagamento, affinché nemmeno un euro entrasse nelle casse del Comune, e per costringere la società concessionaria a rescindere il contratto, come già accaduto altrove. Nonostante le affermazioni della Giunta e della maggioranza consiliare, infatti, era lampante il fatto che non si trattava di un’operazione tesa a decongestionare il traffico cittadino, ma solamente di un bieco sistema per tentare di fare cassa, considerate le condizioni asfittiche del bilancio comunale che il commissariamento ha portato finalmente alla luce».
Lo “Sciopero della sosta” riscosse una notevole adesione.
«Tramite internet, i social network ed il passaparola – prosegue il presidente di Libere Idee – ottenemmo oltre duemila adesioni allo Sciopero, ovvero all’impegno di parcheggiare fuori dal centro fin quando il Comune non avesse deciso di fare marcia indietro. Ricordo che il Piano della sosta approvato dalla ormai ex maggioranza comunale prevedeva un aumento di oltre il 15 per cento del costo del ticket, abbonamenti dispendiosissimi per tutti i lavoratori dei negozi all'interno della circonvallazione, e un aggravio di spesa insostenibile per le famiglie in una fase di pesante crisi economica. Il tutto in una città che non aveva e non ha un piano di mobilità pubblica all'altezza, dove si voleva spacciare per metropolitana leggera un costosissimo e lentissimo tram, e dove non vengono pubblicizzate nemmeno le linee esistenti degli autobus».
Oggi si rilevano disagi anche per quanto riguarda il parcheggio della stazione ferroviaria.
«Dopo le strisce blu in centro – aggiunge ancora Giansanti – i cittadini hanno dovuto subire un torto ancor più grave. I tanti pendolari che devono recarsi giornalmente a Roma per studio e per lavoro, oltre a non poter beneficiare di un adeguato trasporto pubblico ed essere costretti a raggiungere lo Scalo in auto, si sono ritrovati da un lato con le tariffe esorbitanti e spropositate del nuovo multipark a pagamento, e dall’altro con l’impossibilità di accedere alle aree di sosta fino a quel momento utilizzate: è stato addirittura dissodato il terreno per impedire l’ingresso in una zona da sempre adattata a parcheggio. L’ennesima inaccettabile vessazione nei confronti dei cittadini, già obbligati ad adeguarsi ad una situazione emergenziale permanente».
Andrea Giansanti approfondisce anche i possibili rimedi.
«Per quanto riguarda lo Scalo – conclude il presidente di Libere Idee - è indispensabile sia garantire un numero adeguato di stalli gratuiti, decisamente superiore a quello attuale, sia progettare un sistema di trasporto pubblico all’altezza, e non il ridicolo tram-lumaca falsamente chiamato metro leggera. Nel centro cittadino bisogna ripristinare l’equilibrio fra parcheggi gratuiti e a pagamento e, se si vuole davvero decongestionare il traffico, ridurre l’inquinamento e restituire il centro ai latinensi, sarebbe opportuno interdire alle auto almeno la zona tra via Eugenio di Savoia e via Oberdan, soluzione di cui beneficerebbero anche i negozi, con un vero e proprio centro commerciale a cielo aperto».